C’è chi ha definito Nino Aiello“neoimpressionista”,
chi invece lo ha definito “realista”, chi ha
tentato di proporre etichette per delinearne i caratteri pittorico-stilistici
e per tentare di qualificare la sua pittura. Ma le etichette a nulla
servono per definire l’arte di Aiello perché il suo rapporto
profondo, intimo, duraturo, gioioso o sofferto, con i temi della natura
esulano da qualsiasi etichettatura pseudo-stilistica.
Aiello
è il poeta dell’anima dei colori, dei suoni e dei rumori
della terra, della natura, degli elementi primordiali della vita.
La sua pittura va ben oltre la banale percezione visiva perché
vive all’interno di un proprio universo segnico e coloristico,
che viene proposto all’attenzione di tutti noi con la violenza
e l’evidenza del colore, con l’adesione percettiva di
un riconoscimento immediato, a colpo d’occhio, di particolari
che si rilevano e si rivelano in una rigorosissima e magica sinfonia
architettonica di note colorate: sono le note della natura, quelle
che solo la natura ci sa offrire, ma che solo l’occhio e la
mente e il cuore del pittore ci sanno restituire in maniera così
evidente.