Siediti in un prato fiorito e guardati intorno, nelle immediate vicinanze,
senza spaziare troppo con lo sguardo. Sofferma la tua attenzione su
quanto ti è vicino, al tuo fianco, a portata della tua mano...
Guarda lo sguardo dell'innamorato, del naturalista, dell'entomologo,
del Francesco dei Fioretti, del bimbo che scopre la vita. Osserva
il groviglio di erbe e fiori, il contorcimento degli spini, i violacei
rami di rovo con le foglie di mille verdi, il cremisi della lupinella,
lo squillante giallo della ginestra del carbonaio, i soffioni che
attendono l'alitar dello zefiro per involarsi invisibili a fecondar
zolle; guarda l'ondeggiar della tenera spiga d'avena, l'eleganza del
falasco, la rassegnazione del cardo ormai secco in attesa d'ali; la
sfrontatezza del papavero che urla presuntuoso il suo colore alle
timide nascoste viole. Fai attenzione all'acre umore irritante della
pelosa ortica ed alla pungente asparigina. Considera con calma; dipana
con lo sguardo gli intrecci capricciosi degli innumerevoli fili d'erbe
senza nome che si sviluppano in un gioco di sopravvivenza.
Respira a pieni polmoni, dilata le nari, assapora i mille indistinguibili
profumi che ti danno un senso di benessere e sottolineano momenti
ben vissuti, in armonia col creato, con Dio e con gli uomini.
Questa è la pittura di Nino Aiello e questo è lo
spirito col quale si avvicina alla natura entrando nei suoi segreti
. Le grandi superfici disegnate inseguono segni invisibili nel ricordo
di esperienze che l'arte ha vissuto nei momenti felici - ricordi
"La grande zolla" di Albrecht Durer? - ti regalano momenti
di pura emozione facendoti considerare ciò che ti è
accanto, nella sfuggente ed inconsiderata quotidianità, con
gli occhi incantati dell' artista.
Maggio 1992
Geremia Paraggio
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