Nino Aiello - Artista Pittore - Nadia Parlante
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Frammenti di pura luce e colore guizzano improvvisamente dalle sue tele per condensarsi in campi e cespugli fioriti incredibilmente espressivi, dove valenze reali si fondono a quelle simboliche, il visto al vissuto, il presente al passato. Che i fiori, soprattutto quelli spontanei, comunichino una sensazione di armonia e piacevolezza è cosa da sempre ampiamente nota, ma che fossero in grado di far vibrare le corde più profonde e inespresse dell'animo umano inducendo ad una meditazione inconscia e direi per fino inquietante, è impresa da pochi. La luce pomeridiana e radente blocca i fiori di Nino Aiello in una immobilità narcotizzante dalle suggestioni metafisiche proiettando ombre violacee e tattili su terre argillose e sabbie marine iridescenti. Il segreto sembra risiedere proprio in quel sapiente gioco di luci ed ombre "impressioniste" che gli esili arbusti protendono con decisione al suolo, nella loro capacità di instaurare con l'osservatore un muto dialogo che ha il sapore della chiaroveggenza.
E poi quel silenzio luminoso, totale, assoluto...

Proprio nel silenzio i fiori ti parlano rivelando la loro forza impressionante e sconosciuta, l'Immanenza che conduce al trascendente e a Dio. E' necessario che ogni altro rumore scompaia, perchè solo nel silenzio più assoluto, essi diventano medium insospettabili dell'universo.

Immobili e sovrani i fiori di campo, i piccoli arbusti, i cardi e persino, l'umile cicoria diventano messaggeri di una bellezza vitale, suprema e semplice.
Sono un floreale "alter ego" dell'uomo in perenne lotta, come questi, contro i venti avversi della vita, l'aridità dei sentimenti, lo scorrere inesorabile del tempo.

Alle cromie sgargianti dell'acrilico e alla plasticità delle forme arboree si mescolano in una riuscitissima coralità polifonica, essenze odorose che aggiungono consistenza realistica al ricordo dei luoghi.

Visti o solo immaginati? o entrambe le cose...

La spontanea istintualità di Aliello si esprime in una elaboratissima "regia" che convoglia e organizza i disordinati flussi dell'animo secondo un preciso copione, dove nulla, neppure la collocazione del più esile filo d'erba, è lasciato al caso e all'improvvisazione. Tutt'altro. La disposizione di ciascun elemento, dal risultato apparentemente casuale, è in realtà studiatissima dall'artista-regista.

Ne risulta un dosaggio perfettamente calibrato di colore, forme e luce, una piena soddisfazione visiva e attraverso questa un tentativo ricomposizione degli "aggrovigliati" contrasti interiori.

E di questa armonia ritrovata o perlomeno ricercata, l'agave rappresenta idealmente la sintesi, il simbolo prediletto della forza severa eppur delicata della Natura.


da: "Quando i fiori parlano all'anima - Il Saggio marzo 2003

Nadia Parlante


Primavera 1999 - Particolare




















Piccola agave 1999 - Particolare

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